Cartusia


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Vita dei padri

I CERTOSINI

La vita dei Padri





Sant'Ugo si è sentito attratto all'Ordine certosino da questa vita saggiamente composta di solitudine e vita fraterna: "Ugo era affascinato dal quadro di vita offerto in Certosa per attendere a Dio solo: come ausilio potente a questa divina attività c'era una gran ricchezza di libri, abbinata a copiosa possibilità di lettura e all'indisturbata quiete per l'orazione.
Ma più che la disposizione del monastero, attiravano i monaci: il loro corpo austero, la mente serena, il cuore libero, la letizia del volto e la purezza del dire. La regola invitava i monaci alla solitudine, ma non all'eccentricità; le celle erano separate, i cuori uniti. Ognuno abitava da solo, senza possedere nulla in proprio e nulla facendo per spirito d'indipendenza. Pur restando in solitudine, tutti costituivano una comunità: vivendo da solitario, ogni monaco non inciampava negli svantaggi del contesto sociale, benché una certa vita comune gli garantisse il conforto dei fratelli. Questi e altri aspetti piacevano a Ugo, ma soprattutto egli apprezzava il sicuro baluardo dell'obbedienza (senza di cui molti eremiti sono lasciati a sé stessi, esposti a eccessivi pericoli); perciò quella vita lo seduceva, anzi lo estasiava".
Durante la settimana i padri si radunano tre volte al giorno in chiesa: per il Mattutino, per la messa conventuale e per i Vespri (come si dirà più avanti). Le domeniche, e i giorni di festa di una certa importanza, cantano in coro tutto l'ufficio (eccetto Prima e Compieta), prendono il pasto di mezzogiorno in refettorio e hanno una ricreazione nel pomeriggio, tra Nona e Vespri. Infine escono in spaziamento una volta la settimana.




Il refettorio

Le cerimonie osservate in refettorio sono molto antiche: sono già registrate negli Statuti del 1271.
In refettorio non si parla mai. Durante il pasto un monaco fa una lettura dal pulpito. Si legge soprattutto la Sacra Scrittura, continuando così la lettura fatta nell'ufficio di notte in chiesa. Si leggono anche gli Statuti, opere relative alla festa del giorno, o altre letture utili alla vita spirituale, a giudizio del priore.





Lo spaziamento


La passeggiata settimanale, durante la quale si può parlare liberamente, si chiama per tradizione spaziamento. Ha luogo il primo giorno libero della settimana, normalmente il lunedì, se il tempo lo permette e se nessuna festa importante lo impedisce. Dura tre o quattro ore. Si cammina abitualmente a due a due, per permettere un colloquio più personale. Di tanto in tanto ci si ferma per cambiare i gruppi.




La giornata

La giornata del monaco è sempre uguale per tutto l'anno. Questa uniformità può sembrare austera, ma libera l'anima da molte preoccupazioni per permetterle di meglio fissarsi sull'essenziale. Il monaco impara così a vivere al ritmo lento delle stagioni e dei tempi liturgici.





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