Origini storiche - Cartusia

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Origini storiche

CERTOSA di MONTEBENEDETTO
La Certosa di Montebenedetto
Origini storiche e declino

La Valle di Susa, una delle più importanti vie di transito dell'Europa medioevale, e, come tale, incrocio di grandi correnti di comunicazione, fin dall'alto medioevo aveva contenuto diversi modelli di esperienza monastico-religiosa. L'aspirazione a una vita appartata, propria dell'ordine religioso, in cui la componente eremitica ha forte rilievo, fa sì che la prima sede scelta come dimora dai certosini sia Losa, zona impervia posta sopra Susa. Sebbene non ci sia l'atto formale di fondazione della certosa, la documentazione pervenutaci basta a informarci che l'iniziativa di dar vita a questo nuovo ente religioso in valle fu di Tommaso I di Savoia che, tra il 1189 e il 1191, donò a una comunità certosina alcune terre sopra Susa.
I monaci di Losa nel 1197 chiesero ed ottennero di poter trasferire la propria sede nella zona di Montebenedetto, nei pressi di Villarfocchiardo.

Lo spostamento della sede principale da Losa a Montebenedetto significa per la Certosa l'inizio di un decollo economico che per tutto il XIII secolo non conosce momenti di pausa.
Nel suo complesso la Certosa di Montebenedetto è vissuta poco più di due secoli e mezzo, dal 1198-1200, data dalla quale vi entrarono i certosini provenienti da Losa, fino al 1468-1473, quando i certosini l'abbandonarono a causa di drammatiche condizioni ambientali, causate da inondazioni e smottamenti provocati dal rio della Sega e dal rio delle Fontanelle che scorrevano ai suoi lati. Solo nel 1498 i monaci di Montebenedetto furono autorizzati ad abbandonare l'antica dimora e recarsi a Banda nelle celle già esistenti.

Lo spostamento a Banda segna l'inizio di un periodo di crisi finanziaria per la Certosa, né la sua ripresa è facilitata dalle vicende belliche che coinvolgono la Valle di Susa nel corso del XVI secolo con scontri tra eserciti spagnoli e francesi, a cui i Savoia partecipano come alleati ora dell'una, ora dell'altra parte.
Il monastero certosino deve affrontare nel giro di un secolo e mezzo vari mutamenti di sede, una prima volta ad Avigliana, dove occupa gli edifici già appartenuti agli Umiliati, e poi di nuovo a Banda nel 1630. Nel 1642 il cenobio di Banda è soppresso e i monaci devono trovare una nuova sede.

Fallito il tentativo di sistemazione dei certosini nella sede dell'antico monastero di Novalesa, avvenuto poco prima della metà del XVII secolo, grazie all'intervento della duchessa Cristina di Savoia, i monaci di Montebenedetto ottengono infine di collocare la propria residenza a Collegno dove conoscono un nuovo periodo di splendore spirituale ed economico, tanto che nel 1829 re Carlo Felice affida loro il compito di provare a rivitalizzare il monastero di S. Michele della Chiusa, tentativo abbandonato già tre anni dopo per l'incapacità di porre freno alla crisi dell'antica e famosa abbazia. A Collegno i certosini rimangono fino al 1855, anno in cui viene decretata per volere regio la soppressione di varie comunità religiose.


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